Aste

Voglio comunicare, attraverso queste sezioni —    o bande verticali — sulle quali ho dipinto ogni passaggio di luce, di densità, di atmosfera, l’itinerario dell’amo che cerca nel profondo la preda (come l’uomo cerca se stesso) per gli stessi passaggi esistenziali, dal calmo sereno delle quiete superfici alle inquietanti mutazioni del transito, fino alle oscurità abissali. Passaggi dal colore caldo al freddissimo, risoluzioni dal positivo al negativo che dipendono dalla fluttuabilità della natura, di cui il mare è il più ambiguo, terribile e anche generoso figlio. […]

Quanti ami tornano su deserti di preda, nel nostro mondo di ambizioni e di speranze? In quali pareti imbiancate dal sogno a mani successive, per coprire gli sfregi della delusione, noi cerchiamo di iscrivere un sogno nuovo, una speranza possibile?

Questo, intendo dire con metafore sintetizzate al minimo – massimo dell’espressione. E intendo aprire un colloquio nuovo tra la parete e l’opera, tra lo spazio assoluto e l’occasione del colore.

– Michele Cossyro (1978)